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sabato 11 agosto 2012




Santa Chiara Vergine

11 agosto

Assisi, 1193/1194 - Assisi, 11 agosto 1253

Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d'Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall'esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243. (Avvenire)

Patronato: Televisione

Etimologia: Chiara = trasparente, illustre, dal latino

Emblema: Giglio, Ostia
Martirologio Romano: Memoria di santa Chiara, vergine, che, primo virgulto delle Povere Signore dell’Ordine dei Minori, seguì san Francesco, conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai, neppure nell’estrema indigenza e infermità, permise di essere separata.


La sera della domenica delle Palme (1211 o 1212) una bella ragazza diciottenne fugge dalla sua casa in Assisi e corre alla Porziuncola, dove l’attendono Francesco e il gruppo dei suoi frati minori. Le fanno indossare un saio da penitente, le tagliano i capelli e poi la ricoverano in due successivi monasteri benedettini, a Bastia e a Sant’Angelo.
Infine Chiara prende dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, che era stata restaurata da Francesco. Qui Chiara è stata raggiunta dalla sorella Agnese; poi dall’altra, Beatrice, e da gruppi di ragazze e donne: saranno presto una cinquantina.
Così incomincia, sotto la spinta di Francesco d’Assisi, l’avventura di Chiara, figlia di nobili che si oppongono anche con la forza alla sua scelta di vita, ma invano. Anzi, dopo alcuni anni andrà con lei anche sua madre, Ortolana. Chiara però non è fuggita “per andare dalle monache”, ossia per entrare in una comunità nota e stabilita. Affascinata dalla predicazione e dall’esempio di Francesco, la ragazza vuole dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, come singole e come monastero, viventi del loro lavoro e di qualche aiuto dei frati minori, immerse nella preghiera per sé e per gli altri, al servizio di tutti, preoccupate per tutti. Chiamate popolarmente “Damianite” e da Francesco “Povere Dame”, saranno poi per sempre note come “Clarisse”.
Da Francesco, lei ottiene una prima regola fondata sulla povertà. Francesco consiglia, Francesco ispira sempre, fino alla morte (1226), ma lei è per parte sua una protagonista, anche se sarà faticoso farle accettare l’incarico di abbadessa. In un certo modo essa preannuncia la forte iniziativa femminile che il suo secolo e il successivo vedranno svilupparsi nella Chiesa.
Il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia e protettore dei Minori, le dà una nuova regola che attenua la povertà, ma lei non accetta sconti: così Ugolino, diventato papa Gregorio IX (1227-41) le concede il “privilegio della povertà”, poi confermato da Innocenzo IV con una solenne bolla del 1253, presentata a Chiara pochi giorni prima della morte.
Austerità sempre. Però "non abbiamo un corpo di bronzo, né la nostra è la robustezza del granito". Così dice una delle lettere (qui in traduzione moderna) ad Agnese di Praga, figlia del re di Boemia, severa badessa di un monastero ispirato all’ideale francescano.
Chiara le manda consigli affettuosi ed espliciti: "Ti supplico di moderarti con saggia discrezione nell’austerità quasi esagerata e impossibile, nella quale ho saputo che ti sei avviata". Agnese dovrebbe vedere come Chiara sa rendere alle consorelle malate i servizi anche più umili e sgradevoli, senza perdere il sorriso e senza farlo perdere. A soli due anni dalla morte, papa Alessandro IV la proclama santa.
Chiara si distinse per il culto verso l'Eucarestia. Per due volte Assisi venne minacciata dall'esercito dell'imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche saraceni. Chiara, in quel tempo malata, fu portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l'esercito, a quella vista, si dette alla fuga.

Autore: 
Domenico Agasso


Santa Chiara

Le Letture di oggi sono tratte dal Nuovo Lezionario,
se desideri i testi precedenti clicca qui.
S0811 ; PO186
Grado della Celebrazione: Memoria
Colore liturgico: Bianco 

Ascolta il Vangelo >  
Chiara (Assisi 1193 – 11 agosto 1253) «seguì in tutto le orme di colui che per noi si è fatto povero e via, verità e vita». Fedele discepola di san Francesco, fondò con lui il secondo Ordine (Clarisse). Esercitò il suo ufficio di guida e madre, studiandosi «di presiedere alla altre più per virtù e santità di vita che per ufficio, affinché le sorelle obbedissero più per amore che per timore». Seppe trasformare i suoi lunghi anni di malattia in apostolato della sofferenza. Attinse dalla sua fede eucaristica una forza straordinaria che la rese intrepida anche di fronte alle incursioni dei Saraceni (1230). 
Antifona d'ingresso
Vieni sposa di Cristo, ricevi la corona
che il Signore da sempre ha preparato per te.


Colletta
Dio misericordioso, 
che hai ispirato a santa Chiara 
un ardente amore per la povertà evangelica, 
per sua intercessione concedi anche a noi 
di seguire Cristo povero e umile, 
per godere della tua visione 
nella perfetta letizia del tuo regno. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, 
tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, 
nell’unità dello Spirito Santo, 
per tutti i secoli dei secoli.


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Prima lettura

Ab 1,12-2,4
Il giusto vivrà per la sua fede.



Dal libro del profeta Abacuc

Non sei tu fin da principio, Signore,
il mio Dio, il mio Santo?
Noi non moriremo!
Signore, tu lo hai scelto per far giustizia,
l’hai reso forte, o Roccia, per punire.
Tu dagli occhi così puri
che non puoi vedere il male
e non puoi guardare l’oppressione,
perché, vedendo i perfidi, taci,
mentre il malvagio ingoia chi è più giusto di lui?
Tu tratti gli uomini come pesci del mare,
come animali che strisciano e non hanno padrone.
Egli li prende tutti all’amo,
li pesca a strascico, 
li raccoglie nella rete,
e contento ne gode.
Perciò offre sacrifici alle sue sciàbiche
e brucia incenso alle sue reti,
perché, grazie a loro, la sua parte è abbondante
e il suo cibo succulento.
Continuerà dunque a sguainare la spada
e a massacrare le nazioni senza pietà?
Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Parola di Dio


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Salmo responsoriale

Sal 9



Tu non abbandoni chi ti cerca, Signore.

Il Signore siede in eterno,
stabilisce il suo trono per il giudizio:
governerà il mondo con giustizia,
giudicherà i popoli con rettitudine. 

Il Signore sarà un rifugio per l’oppresso,
un rifugio nei momenti di angoscia.
Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore. 

Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
narrate le sue imprese tra i popoli,
perché egli chiede conto del sangue versato,
se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri.

Canto al Vangelo (2Tm 1,10)
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.


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Vangelo

Mt 17,14-20
Se avrete fede, nulla vi sarà impossibile.




+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». 
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

Parola del Signore


Preghiera dei fedeli
Dopo aver ascoltato la parola di Dio e prima di celebrare l'eucaristia, eleviamo al Signore la nostra preghiera. Preghiamo insieme e diciamo: 
Aumenta la nostra fede, o Signore. 

Per la Chiesa di Cristo, perché non perda mai la certezza che il regno di Dio è già presente nella storia, e cresce ogni giorno con la forza dello spirito del Risorto. Preghiamo: 
Per i paesi ricchi dell'occidente, perché riscoprano la spiritualità della mortificazione e del digiuno come apertura dello spirito e generosità verso i poveri. Preghiamo: 
Per le comunità cristiane, perché di fronte a questa parola di Cristo si interroghino sulla qualità della loro fede. Preghiamo: 
Per i nostri fratelli ammalati o comunque sofferenti, perché scoprano i segni dell'amore di Dio anche nella prova e nel dolore che li unisce a Cristo, servo e sofferente. Preghiamo: 
Per la nostra comunità, perché sensibile ai bisogni dell'uomo e attenta alle diverse situazioni, interceda con autentica fede per muovere la compassione di Dio. Preghiamo: 
Perché il Signore ascolti le preghiere delle mamme e dei papà. 
Per la purificazione della nostra fede. 

Signore di infinita misericordia, che tieni sempre aperti i tuoi occhi sul mondo, attiraci al tuo amore e facci sperimentare ogni giorno la tua paterna presenza. Per cristo nostro Signore. Amen.

Preghiera sulle offerte
Accetta, Signore, l’umile servizio che ti offriamo
riuniti nel ricordo di santa Chiara vergine,
e per il santo sacrificio del Cristo tuo Figlio
trasformaci in ardenti apostoli del tuo amore. 
Per Cristo nostro Signore.


Antifona di comunione
«Chi mi ama sarà amato dal Padre mio,
e noi verremo a lui
e presso di lui prenderemo dimora».


Preghiera dopo la comunione
O Dio, che ci hai saziato con il pane della vita, 
fa' che, sull’esempio di santa Chiara, 
portiamo nel nostro corpo mortale 
la passione di Cristo Gesù per aderire a te, unico e sommo bene. 
Per Cristo nostro Signore.


Omelia (11-08-2007)
mons. Vincenzo Paglia


Mentre scendono dal monte Gesù dice ai discepoli di non dire nulla a nessuno di quanto è accaduto. Giungerà il momento della manifestazione del mistero di Gesù, ma, per ora, l'importante è continuare a seguire e ad ascoltare. Gesù, ovviamente, non retrocede dal suo cammino, anche se sa bene che non lo tratteranno diversamente dal Battista. E lo dice ai discepoli, che iniziano a capire. Va poi verso la folla, e subito un padre gli presenta il figlio malato. In verità, non volendo importunare il Maestro, quel papà aveva condotto il figlio dai discepoli sperando fossero capaci di guarirlo. Ma non vi erano riusciti. Gesù con una parola lo guarisce. I discepoli, forse anche indispettiti per il loro fallimento, quando si trovano da soli con lui, gli chiedano spiegazioni sul perché loro non erano stati capaci a guarirlo. Gesù risponde con grande chiarezza dicendo che avevano poca fede. Ne sarebbe bastata una piccola come un granellino di senape per operare il miracolo. Ma i discepoli neanche quella avevano. Tuttavia, Gesù continua a confidare in loro, a non far mancare loro la sua parola, il suo affetto e la sua correzione. L'ultima frase apre ai discepoli un futuro pieno di speranza: "Niente vi sarà impossibile". La fede, anche piccola, opera sempre grandi prodigi: potrà spostare.




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