ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA (Messa della Vigilia)
Le Letture di oggi sono tratte dal Nuovo Lezionario,
Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: Bianco
La solennità dell’Assunzione di Maria è una celebrazione della sua risurrezione. Per essere stata
Tutti sono corruttibili, cioè, ogni essere umano è composto di carne e di sangue destinati a perire. Dopo la morte e sepoltura, avviene la decomposizione. Nel giro di pochi anni, rimane ben poco ad indicare che quel tale una volta camminava su questa terra.
Tutti sono mortali, cioè, per ciascuno viene il giorno della morte. Nessuno vive per sempre. La medicina moderna e la tecnologia riusciranno forse a prolungare la vita fino a ottanta, novanta, o anche cento anni, ma, prima o poi, la sorte di ogni essere umano è quella di morire. La morte è un evento a cui nessuno riesce a sfuggire.
Però, grazie alla risurrezione di Gesù, Dio ha trasformato ciò che era corruttibile e mortale in incorruttibile e immortale. Quando Dio ha risuscitato Gesù dai morii e gli ha elargito una nuova vita eterna, ha anche reso possibile che ogni essere umano fosse risuscitato dai morti e partecipasse alla vita nuova ed eterna. Il corpo umano morirà e si decomporrà, ma Dio ha dimostrato che questa non è la fine.
Dio ha sconfitto la morte risuscitando Gesù dai morti. Ha rivestito il corpo risorto di Gesù di incorruttibilità e di immortalità. La morte ha perduto la battaglia; Dio ha riportato vittoria. Dopo Gesù, Maria è stata la prima a risorgere e ad essere rivestita della vita incorruttibile ed immortale di Dio. Quello che Dio ha fatto per Gesù e per Maria sarà fatto per ogni credente.
Antifona d'ingresso
Grandi cose di te si cantano, o Maria:
oggi sei stata assunta sopra i cori degli angeli
e trionfi con Cristo in eterno.
Colletta
O Dio, che volgendo lo sguardo all’umiltà
della Vergine Maria
l’hai innalzata alla sublime dignità di madre
del tuo unico Figlio fatto uomo
e oggi l’hai coronata di gloria incomparabile,
fa’ che, inseriti nel mistero di salvezza,
anche noi possiamo per sua intercessione
giungere fino a te nella gloria del cielo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
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Prima lettura
1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa.
Dal primo libro delle Cronache
In quei giorni, Davide convocò tutto Israele a Gerusalemme, per far salire l’arca del Signore nel posto che le aveva preparato. Davide radunò i figli di Aronne e i levìti.
I figli dei levìti sollevarono l’arca di Dio sulle loro spalle per mezzo di stanghe, come aveva prescritto Mosè sulla parola del Signore. Davide disse ai capi dei levìti di tenere pronti i loro fratelli, i cantori con gli strumenti musicali, arpe, cetre e cimbali, perché, levando la loro voce, facessero udire i suoni di gioia.
Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa; offrirono olocausti e sacrifici di comunione davanti a Dio.
Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore.
Parola di Dio
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Salmo responsoriale
Sal 131
Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza.
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata,
l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora,
prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli.
Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto».
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Seconda lettura
1Cor 15,54b-57
Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
«La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?».
Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Lc 11,28)
Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio
e la osservano.
Alleluia.
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Vangelo
Lc 11,27-28
Beato il grembo che ti ha portato!
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Parola del Signore
Preghiera sulle offerte
Il sacrificio di riconciliazione e di lode,
che ti offriamo, o Padre,
nell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio,
ci ottenga il perdono dei peccati
e trasformi la nostra vita
in perenne rendimento di grazie.
Per Cristo nostro Signore.
Prefazio proprio.
Antifona di comunione
Beata
che ha portato in grembo
il Figlio dell’eterno Padre. (cf. Lc 11,27)
Preghiera dopo la comunione
Signore Dio nostro,
che ci hai nutriti del pane di vita eterna
nel ricordo della gloriosa Assunzione
della beata Vergine Maria,
concedi ai tuoi fedeli
di essere liberati da ogni male
nella vita presente e nella futura.
Per Cristo nostro Signore.
Omelia (00-00-0000)
don Luciano Sanvito
Assunti nell'Assunta
Lasciarsi assumere da Dio: è il senso di libertà che Maria ci comunica.
Non avere in mano nostra la storia non è affatto un recedere e un venir meno alla nostra responsabilità, ma un lasciarci precedere da Colei che tutto può nel nome dell'Altissimo:
Anche chi non crede, ma ha la buona volontà della Verità, riconosce in questa Signora dell'Umiltà lo stile pienamente umano e profondamente personale che si sintonizza nella pienezza con il centro dell'Universo, chiunque e qualunque cosa esso sia.
Ma essere assunti e incoraggiati a entrare nel raggio di questa luce che ha come perno
Questa donna, che veglia sulla nostra storia, che è sentinella del mattino nell'attesa e nel realizzarsi in nuce del mondo rinnovantesi alla luce del suo cammino di luce, si riflette su chi si lascia assumere anche oggi con umiltà e verità, con dolcezza e fortezza dello Spirito di Verità, per realizzare, giorno dopo giorno, il Regno di pace e di serenità.
DONNA DELLA VIGILIA, NELL'ATTESA GIOIOSA E SERENA DI NOI...
Gesù,
terminato il ministero in Galilea, si appresta a salire verso Gerusalemme dove
lo aspetta la morte. L'evangelista nota che "in quel momento i discepoli
si avvicinarono a Gesù". Ma la domanda che gli rivolgono manifesta la loro
lontananza dal maestro. Nel brano parallelo di Marco (9, 33 ss.) si riporta la
stessa scena: Gesù ha appena dato l'annuncio della passione e i discepoli,
invece di pensare a quanto hanno ascoltato, si mettono a discutere su chi di
loro fosse il più grande. Quale distanza tra le preoccupazioni del Maestro e
quelle dei discepoli! In verità, è una situazione che continua a ripetersi
anche oggi tra i discepoli: quante volte dimentichiamo il Vangelo perché
preoccupati solo per noi stessi o per i nostri primati! Gesù non rispose subito
con le parole; prese un bambino e lo mise "in mezzo", al centro della
scena, e rivolto ai discepoli disse: "Se non vi convertirete e non
diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli". Con queste
parole inizia il quarto lungo discorso di Gesù, ed è sulla vita della
fraternità cristiana. L'inizio è sorprendente: il discepolo è come un bambino,
ossia come un figlio; e figlio bisogna sempre restare. Gesù non dice che il
bambino deve crescere e diventare adulto. Nel regno di Dio si è sempre bambini,
sempre figli. E aggiunge che il bambino è il più grande. Così inizia il nuovo
mondo che Dio è venuto ad instaurare.
Gesù,
con tono pieno di tenerezza, afferma che chi accoglie uno dei suoi discepoli
accoglie lui stesso. E' un'affermazione che invita ad avere un cuore
disponibile e generoso: accogliendo un discepolo si accoglie lo stesso maestro.
Queste parole però richiamano anche la dignità alla quale i discepoli sono
stati chiamati. Ne nasce una circolarità di attenzione e di amore che lega i
discepoli a Gesù e tra di loro. La vita della comunità sta talmente a cuore a
Gesù da renderlo durissimo contro coloro che la feriscono scandalizzando i
discepoli. E' l'amore geloso del Signore per la sua comunità, per quel gruppo
di discepoli che egli stessi cura con tenerezza e passione grande. Egli vuole
trasfondere in ciascuno dei suoi questo amore, perché tutti si sentano
responsabili della vita dell'intera comunità cristiana. Chiede ai discepoli di
essere durissimi con se stessi per evitare lo scandalo. Invita a tagliarsi la
mano o il piede e a cavarsi l'occhio per evitare di dividere e distruggere. La
vita della comunità cristiana, vale più di qualunque altra cosa. Per Gesù, la
vita della comunità, anzi di tutti gli uomini, valeva più della sua stessa
vita. E' questa la via che il Maestro continua ad indicare ai discepoli.
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