Assunzione della Beata
Vergine Maria
15 agosto
L'Immacolata Vergine,
preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu
assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale
regina dell'universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo,
Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte'. (Conc. Vat. II,
'Lumen gentium', 59). L'Assunta è primizia della Chiesa celeste e segno di
consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina. La 'dormitio
Virginis' e l'assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche
feste mariane. Questa antica testimonianza liturgica fu esplicitata e
solennemente proclamata con la definizione dommatica di Pio XII nel 1950.
(Mess. Rom.)
Martirologio Romano:
Solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore
nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta
anima e corpo nella gloria celeste. Questa verità di fede ricevuta dalla
tradizione della Chiesa fu solennemente definita dal papa Pio XII.
Assunzione della Beata
Vergine Maria
15 agosto
L'Immacolata Vergine,
preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu
assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale
regina dell'universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo,
Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte'. (Conc. Vat. II,
'Lumen gentium', 59). L'Assunta è primizia della Chiesa celeste e segno di
consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina. La 'dormitio
Virginis' e l'assunzione, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche
feste mariane. Questa antica testimonianza liturgica fu esplicitata e
solennemente proclamata con la definizione dommatica di Pio XII nel 1950.
(Mess. Rom.)
Martirologio Romano:
Solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria, Madre di Dio e Signore
nostro Gesù Cristo, che, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta
anima e corpo nella gloria celeste. Questa verità di fede ricevuta dalla
tradizione della Chiesa fu solennemente definita dal papa Pio XII.
ASSUNZIONE DELLA BEATA
VERGINE MARIA (Messa del Giorno)
Le Letture di oggi sono
tratte dal Nuovo Lezionario,
Grado della
Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico:
Bianco
Dopo l’annuncio, Maria
è partita verso la montagna di Giudea per andare a trovare Elisabetta. Colma
dello Spirito Santo, Elisabetta l’ha benedetta. L’ha proclamata “Madre del mio
Signore”. Fonte di gioia. Beatitudine vivente della fede. Maria ha risposto con
il cantico del Magnificat . Parole ispirate, che lasciano intravedere il suo
cuore. Esse sono per noi il suo “testamento spirituale”. Identificandosi con
Maria, la Chiesa
di tutti i tempi continua a cantare tutti i giorni il Magnificat come suo
proprio cantico.
Celebriamo oggi il
mistero dell’Assunzione. Alla fine del suo passaggio sulla terra, la Madre del Redentore,
preservata dal peccato e dalla corruzione, è stata elevata nella gloria in
corpo e anima vicino a suo Figlio, nel cielo. La tomba vuota di Maria, immagine
della tomba vuota di Gesù, significa e prelude alla vittoria totale del Dio
della vita sulla morte, quando alla fine del mondo farà sorgere in vita eterna
la morte corporale di ognuno di noi unita a quella di Cristo. L’Apocalisse ci
mostra “un segno grandioso del cielo”: la Donna che ha il sole per mantello, e una corona
di stelle. Invincibile con la grazia di Dio di fronte al nemico primordiale.
“Figura e primizia della Chiesa”. Primizia nel dolore della maternità al
servizio della Redenzione. Primizia nel destino della gloria. Da lì, nel
focolare della Trinità, Maria ci aspetta tutti per vivere e cantare con lei la nostra
riconoscenza alla Grazia di Dio. La beatitudine divina e umana della Salvezza.
Il suo eterno Magnificat.
Antifona d'ingresso
Un segno grandioso
apparve nel cielo:
una donna ammantata di
sole,
con la luna sotto i
suoi piedi
e sul capo una corona
di dodici stelle. (Ap 12,1)
Oppure:
Rallegriamoci tutti nel
Signore,
in questa solennità
della Vergine Maria;
della sua Assunzione
gioiscono gli angeli
e lodano il Figlio di
Dio.
Colletta
Dio onnipotente ed
eterno,
che hai innalzato alla
gloria del cielo in corpo e anima
l’immacolata Vergine
Maria, madre di Cristo tuo Figlio,
fa’ che viviamo in
questo mondo
costantemente rivolti
ai beni eterni,
per condividere la sua
stessa gloria.
Per il nostro Signore
Gesù Cristo...
>
Prima lettura
Ap 11,19; 12,1-6.10
Una donna vestita di
sole, con la luna sotto i suoi piedi.
Dal libro
dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Si aprì il tempio di
Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso
apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e,
sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e
il travaglio del parto.
Allora apparve un altro
segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle
teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e
le precipitava sulla terra.
Il drago si pose
davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino
appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio
maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo
figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel
deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce
potente nel cielo che diceva:
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e
il regno del nostro Dio
e la potenza del suo
Cristo».
Parola di Dio
>
Salmo responsoriale
Sal 44
Risplende la regina,
Signore, alla tua destra.
Figlie di re fra le tue
predilette;
alla tua destra sta la
regina, in ori di Ofir.
Ascolta, figlia,
guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo
e la casa di tuo padre.
Il re è invaghito della
tua bellezza.
È lui il tuo signore:
rendigli omaggio.
Dietro a lei le
vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed
esultanza,
sono presentate nel
palazzo del re.
>
Seconda lettura
1Cor 15,20-26
Cristo risorto è la
primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Dalla prima lettera di
san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, Cristo è
risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di
un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei
morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la
vita.
Ognuno però al suo
posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono
di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo
avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti
che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.
L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto
sotto i suoi piedi.
Parola di Dio
Canto al Vangelo ()
Alleluia, alleluia.
Maria è assunta in
cielo;
esultano le schiere
degli angeli.
Alleluia.
>
Vangelo
Lc 1,39-56
Grandi cose ha fatto
per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo
Luca
In quei giorni Maria si
alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di
Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria,
il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di
Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il
frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da
me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha
sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica
il Signore
e il mio spirito esulta
in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato
l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto
per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in
generazione la sua misericordia
per quelli che lo
temono.
Ha spiegato la potenza
del suo braccio,
ha disperso i superbi
nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti
dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni
gli affamati,
ha rimandato i ricchi a
mani vuote.
Ha soccorso Israele,
suo servo,
ricordandosi della sua
misericordia,
come aveva detto ai
nostri padri,
per Abramo e la sua
discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei
circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Maria, madre della
Chiesa, assunta in cielo, è per noi modello di vita. Chiediamo a Dio Padre di
sostenerci lungo il cammino verso la meta celeste a cui lei è giunta nella
gloria.
Preghiamo dicendo:
Ascoltaci Signore.
1. Per la Chiesa , che come Maria
cammina nella storia tra consolazioni e sofferenze, perché sappia confidare
sempre in Dio e discernere la sua volontà nei segni dei tempi. Preghiamo.
2. Perché gli uomini
attraversino il grande viaggio della vita avendo sempre presente la meta, che è
la risurrezione e la vita eterna nella comunione beata con Dio. Preghiamo.
3. Perché sappiamo
riconoscere la dignità del corpo umano, spesso disprezzato o profanato,
riconoscendolo dono di Dio e tempio dello Spirito. Preghiamo.
4. Per tutte le donne,
perché in Maria vedano un modello di vita cristiana, riconoscano in lei le
virtù dell’umiltà, della pazienza, dell’amore gratuito e generoso. Preghiamo.
5. Perché le situazioni
umane, come canta Maria, siano toccate dal dito provvidente di Dio e rovesciate
a favore di chi soffre ed è umiliato. Preghiamo.
O Padre, contemplando
il mistero di Maria, associata in corpo e anima al trionfo di Cristo salvatore,
ci sentiamo famiglia, ci sentiamo figli che chiedono il tuo aiuto, sicuri che
le nostre suppliche saranno ascoltate e accolte. Te lo chiediamo per Cristo
nostro Signore.
Preghiera sulle offerte
Salga a te, Signore,
il sacrificio che la Chiesa ti offre
nella festa di Maria
Vergine assunta in cielo,
e per sua intercessione
i nostri cuori,
ardenti del tuo amore,
aspirino continuamente
a te.
Per Cristo nostro
Signore.
PREFAZIO
Maria icona della
Chiesa pellegrinante.
È veramente cosa buona
e giusta,
nostro dovere e fonte
di salvezza,
rendere grazie sempre e
in ogni luogo
a te, Signore, Padre
santo,
Dio onnipotente ed
eterno.
Oggi la Vergine Maria ,
madre di Cristo, tuo
Figlio e nostro Signore,
è stata assunta nella
gloria del cielo.
In lei, primizia e
immagine della Chiesa,
hai rivelato il
compimento del mistero di salvezza
e hai fatto risplendere
per il tuo popolo,
pellegrino sulla terra,
un segno di
consolazione e di sicura speranza.
Tu non hai voluto
che conoscesse la
corruzione del sepolcro
colei che ha generato
il Signore della vita.
E noi,
uniti agli angeli e ai
santi,
cantiamo con gioia
l’inno della tua lode:
Santo...
Antifona di comunione
Tutte le generazioni mi
chiameranno beata,
perché grandi cose
ha fatto in me
l’Onnipotente. (Lc 1,48-49)
Preghiera dopo la
comunione
O Dio, che in questo
sacrificio eucaristico
ci hai resi partecipi
della tua salvezza,
fa’ che per
l’intercessione della Vergine Maria
assunta in cielo
giungiamo alla gloria
della risurrezione.
Per Cristo nostro
Signore.
Omelia (15-08-2006)
a cura dei Carmelitani
La visita di Maria a
Elisabetta (Luca 1,39-56 )
1. LECTIO
a) Orazione iniziale:
Spirito Santo, Spirito
di sapienza, di scienza, di intelletto, di consiglio, riempici, ti preghiamo
della conoscenza della Parola di Dio, riempici di ogni sapienza e intelligenza
spirituale per poterla comprendere in profondità. Fa' che sotto la tua guida
noi possiamo comprendere il vangelo di questa solennità mariana. Spirito santo
abbiamo bisogno di te, il solo che continuamente modella in noi la figura e la
forma di Gesù. E ci rivolgiamo a te, Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, che
hai vissuto la presenza inebriante e totalizzante dello Spirito Santo, che hai
sperimentato la potenza della sua forza in te, che l'hai visto operante nel tuo
Figlio Gesù sin dal grembo materno, apri il nostro cuore e la nostra mente,
perché siano docili all'ascolto della Parola di Dio.
b) Lettura del vangelo:
39In quei giorni Maria
si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe
udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu
piena di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne, e
benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che debbo che la madre del mio Signore
venga a me? 44Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il
bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto
nell'adempimento delle parole del Signore».
46Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica
il Signore
47e il mio spirito
esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato
l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata.
49Grandi cose ha fatto
in me l'Onnipotente.
e Santo è il suo nome:
50di generazione in
generazione la sua misericordia
si stende su quelli che
lo temono.
51Ha spiegato la
potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi
nei pensieri del loro cuore;
52ha rovesciato i
potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53ha ricolmato di beni
gli affamati,
ha rimandato i ricchi a
mani vuote.
54Ha soccorso Israele,
suo servo,
ricordandosi della sua
misericordia,
55come aveva promesso
ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua
discendenza, per sempre».
56Maria rimase con lei
circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
c) Momenti di silenzio
orante:
Il silenzio è una
qualità di chi sa ascoltare Dio. Impegnati a creare in te un atmosfera di pace
e di silenziosa adorazione. Se sei capace di stare in silenzio davanti a Dio
potrai ascoltare il suo respiro che è Vita.
2. MEDITATIO
a) Chiave di lettura:
Benedetta tu fra le
donne
Nella prima parte del
vangelo odierno risuonano le parole di Elisabetta, «Benedetta tu fra le donne»,
precedute da un movimento spaziale. Maria lascia Nazaret, collocata al nord
della Palestina, per recarsi al sud, a circa centocinquanta chilometri, in una
località che la tradizione ha identificato con l'attuale Ain Karem, poco
lontana da Gerusalemme. Il muoversi fisico mostra la sensibilità interiore di
Maria, che non è chiusa a contemplare in modo privato ed intimistico il mistero
della divina maternità che si compie in lei, ma è proiettata sul sentiero della
carità. Ella si muove per portare aiuto alla sua anziana cugina. Il recarsi di
Maria da Elisabetta è connotato dall'aggiunta 'in frettà che sant'Ambrogio
interpreta così «Maria si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse
incredula della profezia o incerta dell'annunzio o dubitasse della prova, ma
perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un
servizio, con lo slancio che le veniva dall'intima gioia... La grazia dello
Spirito Santo non comporta lentezze». Il lettore, però, sa che il motivo vero
del viaggio non è indicato, ma lo può ricavare attraverso delle informazioni
desunte dal contesto. L'angelo aveva comunicato a Maria la gravidanza di
Elisabetta, già al sesto mese (cfr. v. 37). Inoltre il fatto che ella si
fermerà tre mesi (cfr. v. 56), giusto il tempo perché il bambino possa nascere,
permette di ritenere che Maria intendeva portare aiuto alla cugina. Maria corre
e va là dove la chiama l'urgenza di una necessità, di un bisogno, dimostrando,
cosi, una spiccata sensibilità e concreta disponibilità.
Insieme con Maria,
portato in grembo, Gesù si muove con la Madre. Da qui è facile evincere il valore
Cristologico dell'episodio della visita di Maria alla cugina: l'attenzione è
soprattutto su Gesù. A prima vista potrebbe sembrare una scena concentrata
sulle due donne, in realtà, ciò che è importante per l'evangelista è il
prodigio presente nel loro concepimento. La mobilitazione di Maria tende, in
fondo, a far incontrare le due donne.
Appena Maria entra in
casa e saluta Elisabetta, il piccolo Giovanni ha un sussulto. Secondo alcuni il
sussulto non è paragonabile agli spostamenti del feto, sperimentati da ogni
donna incinta. Luca usa un verbo greco particolare che significa propriamente
'saltare'. Volendo interpretare il verbo, un po' liberamente, lo si può
indicare con 'danzare', escludendo così l'accezione di un fenomeno solo fisico.
Qualcuno ha pensato che quella 'danza' la si potrebbe considerare una forma di
'omaggio' che Giovanni rende a Gesù, inaugurando, non ancora nato,
quell'atteggiamento di rispetto e di sudditanza che caratterizzerà la sua vita:
«Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale non son degno di
sciogliere i legacci dei suoi sandali» (Mc 1,7). Un giorno lo stesso Giovanni
testimonierà «Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo che è
presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo ora questa mia
gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire» (Gv 3,29-30). Così
commenta s. Ambrogio: «Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì
per primo la grazia». Una conferma di questa interpretazione la troviamo nelle
stesse parole di Elisabetta che, riprendendo al v. 44 lo stesso verbo greco già
impiegato al v. 41, precisa: «Ha esultato di gioia nel mio grembo». Luca, con
questi particolari, ha voluto evocare il prodigio verificatosi nell'intimità di
Nazaret. Solo ora, grazie al dialogo con un'interlocutrice, il mistero della
divina maternità lascia la sua segretezza e la sua dimensione individuale, per
diventare un fatto noto, oggetto di apprezzamento e di lode.
Le parole di Elisabetta
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo
che la madre del mio Signore venga a me?» (vv. 42-43). Con un'espressione
semitica che equivale a un superlativo («fra le donne»), l'evangelista vuole
attirare l'attenzione del lettore sulla funzione di Maria: essere la «Madre del
Signore». E quindi a lei viene riservata una benedizione («benedetta tu») e una
beatitudine beata. In che consiste quest'ultima? Esprime l'adesione di Maria
alla volontà divina. Maria non è solo destinataria di un arcano disegno che la
rende benedetta, ma pure persona che sa accettare e aderire alla volontà di
Dio. Maria è una creatura che crede, perché si è fidata di una parola nuda e
che ella ha rivestito col suo «sì» di amore. Ora Elisabetta le riconosce questo
servizio d'amore, identificandola «benedetta come madre e beata come credente».
Intanto Giovanni
percepisce la presenza del suo Signore ed esulta, esprimendo con quel movimento
interiore la gioia che scaturisce da quel contatto salvifico. Di tale evento si
farà interprete Maria nel canto del Magnificat.
b) Un canto di amore:
In questo canto Maria
si considera parte degli anawim, dei 'poveri di Dio', di coloro che 'temono
Dio' riponendo in Lui ogni loro fiducia e speranza e che sul piano umano non
godono nessun diritto o prestigio. La spiritualità degli anawim può essere sintetizzata
dalle parole del Salmo 37,79: «Nel silenzio sta innanzi a Dio e in lui spera»,
perché «coloro che sperano nel Signore possederanno la terra».
Nel Sal 86,6 l 'orante, rivolgendosi
a Dio, dice: «Dona al tuo servo la tua forza»: qui il termine 'servò esprime il
suo essere sottomesso, come anche il sentimento dell'appartenenza a Dio, di
sentirsi sicuro presso di lui.
I poveri, nel senso
strettamente biblico, sono coloro che ripongono in Dio una fiducia
incondizionata; per questo sono da considerarsi la parte migliore, qualitativa,
del popolo d'Israele.
Gli orgogliosi, invece,
sono coloro che ripongono tutta la loro fiducia in se stessi.
Ora, secondo il
Magnificat, i poveri hanno mille motivi per rallegrarsi, perché Dio glorifica
gli anawim (Sal 149,4) e abbassa gli orgogliosi. Un'immagine presa dal NT, che
traduce molto bene l'atteggiamento del povero dell'AT, è quella del pubblicano
che con umiltà si batte il petto, mentre il fariseo compiacendosi dei suoi
meriti si consuma nell'orgoglio (Lc 18,9-14). In definitiva Maria celebra
quanto Dio ha operato in lei e quanto opera in ogni credente. Gioia e
gratitudine caratterizzano questo inno alla salvezza che riconosce grande Dio
ma che pure fa grande chi lo canta.
c) Alcune domande per
meditare:
- La mia preghiera è
innanzitutto espressione d'un sentimento o celebrazione e riconoscimento
dell'azione di Dio?
- Maria è raffigurata
come la credente nella Parola del Signore. Quanto tempo dedico all'ascolto
della Parola di Dio?
- La tua preghiera si
alimenta alla Bibbia, come ha fatto Maria? Oppure sono dedito al devozionalismo
che produce a getto continuo preghiere incolori e insapori? Sei convinto che
ritornare alla preghiera biblica è sicurezza di trovare un alimento solido,
scelto da Maria stessa?
- Sei nella logica del
Magnificat che esalta la gioia del dare, del perdere per trovare,
dell'accogliere, la felicità della gratuità, della donazione?
3. ORATIO
a) Salmo 44 (45),
10-11; 12; 15b-16
Il salmo, in questa
seconda parte, glorifica la regina. Nella liturgia odierna questi versetti sono
applicati a Maria e ne celebrano la grandezza e la bellezza.
Figlie di re stanno tra
le tue predilette;
alla tua destra la
regina in ori di Ofir.
Ascolta, figlia,
guarda, porgi l'orecchio,
dimentica il tuo popolo
e la casa di tuo padre.
Al re piacerà la tua
bellezza.
Egli è il tuo Signore:
prostrati a lui.
Con lei le vergini
compagne
a te sono condotte;
guidate in gioia ed
esultanza
entrano nel palazzo del
re.
b) Preghiera finale:
La preghiera che segue
è una breve meditazione sul ruolo materno di Maria nella vita del credente:
«Maria, donna che sa gioire che sa esultare, che si lascia invadere dalla
consolazione piena dello Spirito santo, insegnaci a pregare perché possiamo
anche noi scoprire la fonte della gioia. Nella casa di Elisabetta, tua cugina,
sentendoti accolta e capita nel tuo intimo segreto, prorompesti nell'inno di
esultanza del cuore, parlando di Dio, di te in rapporto a Lui, e della inaudita
avventura già avviata di essere madre di Cristo e di noi tutti, popolo santo di
Dio. Insegnaci a dare un ritmo di speranza e fremiti di gioia alle nostre
preghiere, a volte logorate da amari piagnistei e intrise di mestizia quasi
d'obbligo. Il Vangelo ci parla di te, Maria, e di Elisabetta: ambedue
custodivate nel cuore qualcosa, che non osavate o non volevate manifestare a
nessuno. Ciascuna di voi, però, si sentì compresa dall'altra, quel fatidico
giorno della visitazione e aveste parole e preghiera di festa. Il vostro
incontro divenne liturgia di ringraziamento e di lode al vostro ineffabile Dio.
Tu, donna della gioia profonda, cantasti il Magnificat, rapita e stupita di
quanto il Signore andava operando nell'umile sua serva. Magnificat è il grido,
l'esplosione della gioia, che scoppia dentro ciascuno di noi, quando si sente
accolto e compreso».
4. CONTEMPLATIO
La vergine Maria,
tempio dello Spirito Santo, ha accolto con fede la Parola e si è consegnata
interamente alla potenza dell'Amore. A motivo di ciò è diventata icona dell'interiorità,
cioè tutta raccolta sotto lo sguardo di Dio e abbandonata alla potenza
dell'Altissimo. Maria tace di sé, perché tutto in lei possa parlare delle
meraviglie del Signore nella sua vita.